domenica 9 marzo 2008

Una lezione attuale

Vorrei che leggeste le parole che seguono. Sono le parole che un grande giurista, Piero Calamandrei, pronunciò davanti agli studenti milanesi nel 1955. Egli ricorda ai giovani che la nostra Costituzione, per restare vitale, deve essere alimentata dalla passione politica dei giovani.

Una grande lezione, oggi più che mai attuale. Da leggere e commentare.

"La costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno metterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l'impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l'indifferenza alla politica, l'indifferentismo, che è non qui, per fortuna, in questo uditorio, ma spesso in larghe categorie di giovani, è un po' una malattia dei giovani, l'indifferentismo. "La politica è una brutta cosa, che me ne importa della politica". Quando sento fare questo discorso mi viene sempre in mente una vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversavano l'oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l'altro stava sul ponte e si accorgeva che c'era una gran burrasca con delle onde altissime, e il piroscafo oscillava. Allora questo contadino, impaurito, domanda a un marinaio "ma siamo in pericolo?" e questo dice "se continua questo mare tra mezz'ora il bastimento affonda". Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno e dice "Beppe, Beppe, Beppe! se continua questo mare il bastimento affonda" e quello risponde "che me ne importa, l'è mica mio!". Questo è l'indifferentismo alla politica. È così bello, è così comodo, la libertà c'è, si vive in regime di libertà, c'è altro da fare che interessarsi di politica - eh lo so anch'io - il mondo è così bello, ci son tante belle cose da vedere a da godere oltre che occuparsi di politica e la politica non è una piacevole cosa però la libertà è come l'aria, ci s'accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentiti per vent'anni e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai e vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai. Ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica.La Costituzione, vedete, è l'affermazione scritta in questi articoli, che dal punto di vista letterario non sono belli, ma è l'affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della sorte comune che se va a fondo, va a fondo per tutti questo bastimento. È la carta della propria libertà, della propria dignità d'uomo. Io mi ricordo le prime elezioni dopo la caduta del fascismo, il 6 giugno 1946. Questo popolo che da venticinque anni non aveva goduto le libertà civili e politiche, la prima volta che andò a votare: dopo un periodo di orrori, il caos, la guerra civile, le lotte, le guerre, gli incendi, andò a votare. Io ricordo, io ero a Firenze, lo stesso è capitato qui. Queste file di gente disciplinata davanti alle sezioni, disciplinata e lieta, perché avevano la sensazione di avere ritrovata la propria dignità: questo dare il voto, questo portare la propria opinione per contribuire a creare questa opinione della comunità, questo essere padroni di noi, del nostro paese, della nostra patria, della nostra terra, disporre noi delle nostre sorti, delle sorti del nostro paese. Quindi voi giovani, alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come cosa vostra, metterci dentro il senso civico, la coscienza civica, rendersi conto - questa è una delle gioie della vita - rendersi conto che ognuno di noi al mondo non è solo, che siamo in più, che siamo parte di un tutto, nei limiti dell'Italia, e del mondo.Ora, vedete, io ho poco altro da dirvi. In questa costituzione di cui sentirete fare il commento nella prossime conferenze c'è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie son tutti sfociati qui, in questi articoli e, a sapere intendere dietro questi articoli, ci si sentono delle voci lontane. Quando io leggo nell'articolo 2 "L'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale", o quando leggo nell'articolo 11 "L'Italia rifiuta la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli, la patria italiana in mezzo alle altre patrie", ma questo è Mazzini, questa è la voce di Mazzini! O quando io leggo nell'articolo 8 "Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge", ma questo è Cavour! O quando io leggo nell'articolo 5 "La Repubblica unica e indivisibile riconosce e promuove le autonomie locali", ma questo è Cattaneo! O quando nell'articolo 52 io leggo, a proposito delle forze armate "L'ordinamento delle forze armate s'informa allo spirito democratico della Repubblica, esercito di popolo", ma questo è Garibaldi! E quando leggo all'articolo 27 "Non è ammessa la pena di morte", ma questo, o studenti milanesi, è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani, ma ci sono anche umili nomi, voci recenti. Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no! non è una carta morta: questo è un testamento, un testamento di 100.000 morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità. Andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione."

Piero Calamandrei, Discorso agli studenti milanesi, 1955

9 commenti:

Sna ha detto...

Mi ricordo di questo discorso, perchè l'anno scorso anche la mia prof di italiano lo fece leggere a tutta la classe e ci 'regalò' come regalo per l'esame di terza media una copia della Costituzione ad ognuno...
La lezione di questo uomo agli studenti milanesi è qualcosa di molto significativo secondo me, perchè fa capire a chi VUOL capire che andare a votare, interessarsi del proprio Paese, della sua politica, non è un hobby ma un dovere, in quanto quella persona ci vive. Lo so che sono discorsi fatti mille volte, ma vi assicuro che quando un popolo si trova limitato nella sua libertà, perchè al potere c'è qualcuno che non rispetta assolutamente la sovranità del popolo e i diritti umani, l'unica cosa che vuol fare per ritrovare la sua dignità come popolo è di andare a votare, per rimettere sulla retta via la politica di quel paese. Se le generazioni che hanno vissuto prima di noi si sono disinterrasati alla politica e hanno lasciato che in Parlamento, al Governo ci andassero persone incompetenti, noi dobbiamo fare di tutto per correggere questo fatto. E sicuramente non potremmo farlo stando solo a parlare e a dare delle colpe, dato che tra un mese circa ci saranno le votazioni, e quel potere che tutti vogliamo (il potere del popolo) sarà richiesto per decidere i nostri rappresentanti. E dovremo deciderli con la nostra testa, se vogliamo dare un valore al diritto di voto. Trovo che il primo passo verso una coscienza maggiore della politica e dell'Italia sia dare valore all'Italia stessa, alla Costituzione, ai suoi principi fondamentali. E' più che ovvio che se il popolo non vota ma dall'altra parte vuole più potere di decisione, non otterrà niente di buono, anzi, voteranno per loro gli altri, e resteranno perennemente insoddisfatti.
Se l'Assemblea Costituente dopo la guerra è riuscita a mettere da parte le divergenze derivanti da differenze di ideali e di partiti, non riesco a capire perchè non si riesa a farlo adesso....perchè non si riesca a mantenere questa Costituzone che ci è stata donata con tanta fatica..
In occasioni come queste mi dispiace tantissimo che la mia famiglia non abbia la cittadinanza italiana, perchè mi sento impotente di decidere, e so che dovrò tenermi quello che avrà deciso la maggioranza degli italiani...... e spero che una volta tanto gli italiani abbiano capito l'importanza del loro diritto di voto, perchè altrimnti siamo nuovamente tutti nei guai.

Saluti, Adriana.

yas_mine ha detto...

veramente belle parole quelle dette dal signor Calamandrei. secondo me, mediante questo discorso, ha centrato in pieno il senso di costituzione e ha cercato di far capire quanto l'indifferenza delle persone possa essere sbagliata e tramutarsi in uno "strumento di morte" nei confronti della democrazia.ha detto con parole importanti e che rimangono impresse nella mente ciò che la maggior parte delle persone pensa(o almeno si spera)ma che è difficile mettere in pratica.infatti molti non sono indifferenti alla costituzione,alla democrazia,alla vita politica, ma purtroppo, se si è da soli,se si è gli unici a non essere indifferenti,c'è poco da fare.è come chiedere ad una formica di costruire un formicaio da sola:ci metterà molto tempo e prima che l'abbia finito arriverà una folata di vento che spazzerà via tutto il suo lavoro . forse è questo che succederà all nostra italia se l'indifferenza continuerà a prevalere.

prof. ha detto...

Grande quella prof. delle meddie ;)

deborah ha detto...

ho trovato il discorso di Calamendrei veramente interessante: con parole semplici e giuste ha voluto (e deve voler continuare) far capire agli studenti cos'è la Costituzione: un pezzo di carta che deve essere alimentata dalla passione politica degli studenti..però oggi in Italia ci sono troppi giovani, e non solo, che sono indifferenti alla politica, ma è vero che c'è ne sono tanti altri che si interessano realmente..ma come dice yas_mine se si è da soli, se si è gli unici a non essere indifferenti c'è poco da fare..CIAO;)

laura z. ha detto...

Prof, che errore! medie con due
"d"... ^_^ comunque P. Calamandrei ha (come ha detto yasmine) centrato il significato della Costituzione, da sola non è niente, per questo ci deve essere la volontà, l'impegno delle persone. é un discorso importante perchè fa capire alla gente che votare, interessarsi alla politica è una cosa utile, un dovere... I giovani soprattutto dovrebbero fare uno sforzo per interessarsi di più alla politica, anche se magari molti la considerano una perdita di tempo..."ci penserò poi quando dovro andare a votare" dicono. Ma se iniziano già da adesso a informarsi probabilmente quando sarà ora di andare a votare avrà già le idee più chiare... L'indifferentismo è (come dice Calamandrei) una "malattia" e va combattutta in qualche modo.
Ciao, Laura

Anonimo ha detto...

Si è vero Adri!!!
mi ricordo benissimo quello che la prof D'alberti ci ha dato cioè il libretto della costituzione!.
comunque io penso che molta,anzi troppa gente se ne frega di votare tanto dice che me ne importa? oppure tanto non me ne intendo!
è una delle cose + ignoranti! perchè alla fine non votare o non intendersene vuol dire che non sai nulla di ciò che si svolge nel proprio paese!
Le parole al riguardo della costituzione di Calamandrei sono vere e fanno aprire gli occhi!

ilaria bergami ha detto...

anke io mi ric della nostra prof che aveva tentato di farci capire tt ciò... comunque sono la prima a dire che anche io non molti mesi fa ero una di quelle che della politica nn gliene fregava niente ! ma ora credo di esserci dentro anche io!

prof. ha detto...

Sono contenta Ilaria che tu dica che credi "di esserci dentro"! Significa che stai cercando di avvicinarti a questo mondo che, come vedi, non è tanto lontano come credevi. Già il solo fatto di provarci è segno di maggiore consapevolezza e, per me, una piccola soddisfazione!

agne ha detto...

I miei ex-prof non mi ci avevano fatto pensare a qst argomento...fino a qualke settimana fa mi sarei astenunta al mio diritto di voto se avessi avuto 18 anni, ma quando ne ho parlato a lei mi ha risposto con un discorso + semplice:
"se fossimo su un tram e tutti gli autisti fossero ubriachi qual'è quello che vorremmo che guidasse il tram...
risposta:il meno ubriaco, quindi quello che ci ha dtt Calamendrei e la stessa cosa detto in parole un pò + complesse.
se qualk1 volesse astrenersi al proprio diritto di voto pensi solo qual'è il meno peggiore?

ora vado a studiare per la verifica!! a giovedi prof!!
...ciau...