Da alcuni interventi emerge l’esigenza di una informazione libera, accompagnata dalla sensazione amara che non ci sia. Ma può esistere una informazione veramente libera? Secondo me il problema è mal posto. Possiamo chiederci se ci piace più il tg 4 o il tg 3, possiamo chiederci quale dei due sia più imparziale. E sicuramente le nostre preferenze, le nostre valutazioni possono essere utilmente argomentate, ma dobbiamo ricordarci che siamo nel campo delle opinioni, non delle verità.
Detto in altre parole non dobbiamo cercare un mezzo di informazione veramente libero ed imparziale, infatti non esiste; anche se questo non vuol dire che tutti i tg o tutti i giornali siano uguali. Quello che dobbiamo cercare è un sistema informativo complessivamente libero.
Non è facile però definire un sistema informativo libero. C’è un istituto di ricerca, finanziato prevalentemente con fondi governativi, situato a Washington, con l’ obiettivo di promuovere la democrazia liberale nel mondo. Questa fornisce rapporti annuali sul livello di libertà generale e sul livello della libertà di stampa (intesa nel senso generale libertà del sistema informativo) di tutti gli stati del mondo. Si chiama Freedom House e visitandone il sito si imparano tante cose.
Proviamo a definire, molto empiricamente, alcune caratteristiche che dovrebbe avere un sistema informativo libero. Prima di tutto non dovrebbe essere sottoposto a nessun tipo di censura, né esplicita ( come in Cina, dove è la libera espressione è anche formalmente vietata), né implicita (come in Russia, dove, anche se formalmente liberi, i giornalisti sono sottoposti ad intimidazioni e minacce). Questo però non è sufficiente perché, anche senza volerlo, la proprietà finisce per influenzare i giornalisti. Per consentire ai cittadini di informarsi correttamente, confrontando le varie fonti, corre allora che ci sia una pluralità di televisioni, giornali, radio, ecc.. Occorre però ci sia una pluralità di proprietà: un paese può avere anche cento giornali, ma se il loro proprietario è uno solo ( o anche solo due o pochi) non può considerarsi libero. Inoltre occorre che la proprietà dei mezzi di informazione sia nota. E poi ancora che i mezzi di informazione siano effettivamente accessibili ai cittadini: se un giornale non raggiunge le edicole, se una televisione non raggiunge le case, o anche se i cittadini non possono permettersi l’acquisto di un giornale o di un televisore, la libertà è minacciata.
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